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L’imbuto



Collettivo Animale è istinto primordiale e riflessione, è coesione e habitat di diverse specie, è la simbiosi di realtà e metamorfosi divergenti. Si nutre dell’incontro di pratiche dislocate in diversi luoghi. Collettivo Animale è un essere che si muove attraverso pluralità di sguardi per generare visioni inedite. La fotografia è il mezzo che predilige per analizzare, intessere e allo stesso tempo accogliere il caos del nostro quotidiano, diventando così strumento di visione e conoscenza. Si pone l’obiettivo di riflettere e sviscerare le infinite sfaccettature della realtà, attraverso rituali immaginifici e stratificazioni nel tempo. Ondeggia attraverso una serie di avvicinamenti e allontanamenti per avviare una riflessione critica e progettuale. Collettivo Animale è un corpo vivo, è molteplicità e alterità, è evoluzione senza fine.

L’imbuto è la prima situazione di Collettivo Animale.



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Collettivo Animale is primordial instinct and reflection, it’s cohesion and habitat of different species, it’s the symbiosis of divergent realities and metamorphoses. It feeds on the encounter of practices located in different places. Collettivo Animale is a being that moves through plurality of gazes to generate unprecedented visions. Photography is its preferred medium to analyze, weave and at the same time accommodate the chaos of our everyday life, thus becoming an instrument of vision and knowledge. It aims to reflect and dissect the infinite facets of reality, through imaginative rituals and layering over time. It sways through a series of approaches and departures to initiate a critical and design reflection. Collettivo Animale is a living body, it’s multiplicity and otherness, it’s evolution without end.

The funnel is the first situation of Collettivo Animale.




  











“L’opera esce dal blocco pezzo a pezzo (sottrazione). [...] L’opera come attività umana è, tanto in senso produttivo quanto ricettivo: movimento. In senso produttivo essa dipende dai limiti manuali del creatore [...] In senso ricettivo essa dipende dai limiti dell’occhio che percepisce.”

da P.Klee, Quaderno di schizzi pedagogici