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Come costruire un castello di carte


(How to build a cards castle)



Se d’improvviso ci si ritrova all’interno di un solido o dentro un minerale estremamente geometrico con numerose piccole porte dove entrata ed uscita non sono specificate, si penserà di essere stati risucchiati all’interno delle città invisibili di Italo Calvino. Così come in Ottavia, città delle funi e delle ragnatele, sospesa tra due montagne sul vuoto, tutte le altre città sono luoghi aperti della mente per vagabondare dentro e fuori di sè. L’immaginazione è quello strumento fondamentale che si fonda sull’esperienza ma che permette di sublimarla; Einstein, che per primo aveva immaginato lo spazio-tempo curvo, spesso diceva che la conoscenza è limitata mentre l’immaginazione abbraccia il mondo.

Come si impara a cadere? È possibile imparare a cadere? La sensazione di cadere è uno stato d’animo? È possibile ritornare al punto di partenza una volta perso l’equilibrio?

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If you suddenly find yourself inside a solid or an extremely geometric mineral with numerous small doors where entry and exit are not specified, you will think you have been sucked into Italo Calvino’s Invisible Cities. Just as in Octavia, the city of ropes and cobwebs, suspended between two mountains over the void, all the other cities are open places of the mind for wandering in and out of oneself. Imagination is that fundamental tool that is based on experience but sublimates it; Einstein, who first imagined curved space-time, often said that knowledge is limited while imagination embraces the world.

How does one learn to fall? Is it possible to learn to fall? Is the feeling of falling a state of mind? Is it possible to return to the starting point after losing balance?


*** In pubblicazione con / In pubblication with Giostre Edizioni ***



  











“L’opera esce dal blocco pezzo a pezzo (sottrazione). [...] L’opera come attività umana è, tanto in senso produttivo quanto ricettivo: movimento. In senso produttivo essa dipende dai limiti manuali del creatore [...] In senso ricettivo essa dipende dai limiti dell’occhio che percepisce.”

da P.Klee, Quaderno di schizzi pedagogici